Pubblicato il 27 Settembre 2021

La banda larga risulta essere una grande opportunità anche per la cosiddetta agricoltura 4.0, un nuovo modo d’intendere la coltivazione di precisione nei campi che rappresenta il futuro del settore e che entro un paio d’anni mira a coinvolgere il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alla produzione nazionale.
Si va dalla ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dal taglio dell’uso di acqua e del consumo dei carburanti a ridurre fortemente l’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti e agrofarmaci.
“Le innovazioni tecnologiche offerte dall’agricoltura 4.0 rischiano spesso di non poter essere colte a causa dei ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane”. Lo evidenzia il presidente interprovinciale di Coldiretti Como, Fortunato Trezzi, che parla di “un pesante “digital divide” tra città, campagna e aree montane dove le nuove tecnologie sono uno strumento indispensabile per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire, dai droni che verificano in volo lo stato delle colture ai sistemi informatizzati di sorveglianza per irrigazioni e fertilizzanti, dall’impiego di trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi alla blockchain per la tracciabilità degli alimenti”.
“Le nuove tecnologie digitali per l’agricoltura 4.0 di precisione sono dunque uno strumento strategico per ripartire da un presente che deve fare i conti con una emergenza, quella del Covid-19, che ci sta mettendo a dura prova ma che ha anche fatto scoprire l’importanza dell’innovazione” afferma Trezzi nel sottolineare che “vogliamo accelerare la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy, promuovendo la distintività e l’identità dei nostri prodotti e dei nostri territori con le giuste figure professionali all’interno delle aziende. Se siamo primi nel mondo nel cibo dobbiamo essere primi nel mondo anche nelle tecnologie che lo supportano”.
In Italia la filiera allargata dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati con l’Italia che nonostante una storica sottovalutazione può ancora contare su una agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, con una leadership nei prodotti di qualità.